venerdì 16 agosto 2019

"Le nonne" di Doris Lessing: l'amarezza della vita in tre racconti



RECENSIONE - Vi è mai capitato di avere l'impressione di star subendo delle ingiustizie da parte della vita? Magari per puro suo sadico accanimento o a causa della pressione sociale e di altre circostanze analoghe... Oppure peggio: avete mai avuto la sensazione di star vivendo una vita che non sia la vostra? Sono forse proprio questi i disagi umani che Doris Lessing esplora attraverso i tre racconti raccolti nel libro "Le nonne".

Il primo dà il titolo all'opera, "Le nonne" per l'appunto. Nel 2013 la regia di Anne Fointane ne ha tratto anche il film "Two mothers". La vicenda è di per sé pruriginosa perché narra di due amiche,  delle donne adulte, che si lasciano travolgere da una discutibile passione che ciascuna delle due condividerà per anni con il figlio dell'altra e viceversa sin dall'epoca in cui i ragazzi sono solo dei sedicenni. Eppure la Lessing racconta il tutto con adeguato distacco, senza puntare il dito o far pesare un giudizio morale sui fatti. Soprattutto lo fa con eleganza, senza soffermarsi su particolari erotici. Solo sulle dinamiche relazionali e psicologiche, per quanto in maniera intenzionalmente fredda e cinica.

Il secondo racconto è "Victoria e gli Staveney", la vicenda di un'orfana nera che dopo una dura infanzia avrà per caso una bambina dal figlio di una facoltosa famiglia  di bianchi e sarà a lungo divisa fra il dare a sua figlia ciò che non ha avuto lei da piccola e il perderla quasi del tutto. La storia invita a riflettere fin dalle prime pagine su alcune forme sottili di discriminazioni difficili da sradicare dal senso comune e sberleffa modi e approcci politicamente corretti di taluni ambienti. Da una parte la fragilità e l'ingenua impotenza di una protagonista abbandonata al corso degli eventi e forse per questo più vera del personaggio femminile forte e con gli attributi che a molte sarebbe piaciuto scoprire. Dall'altra tutta l'ipocrisia del perbenismo della classe borghese che si compiace nel sentirsi buona e generosa secondo i propri desideri.

L'ultimo testo è "Il figlio dell'amore". Il ritmo è molto più lento e trascinato rispetto ai precedenti racconti, ma probabilmente l'effetto è voluto per trasmettere l'angoscia dell'attesa che avverte il protagonista, un soldato convinto per vent'anni di aver ingravidato lontano da casa una donna amata e mai più rivista negli anni della guerra .

Tre racconti, tre storie, ma l'amarezza dell'esistenza sottolineata è la stessa. La maestria di Doris Lessing, non a caso Premio Nobel per la Letteratura nel 2008, si riconferma grazie alla sua incredibile capacità di narrare le vite dei suoi personaggi con stile pulito, scorrevole come acqua su un piano inclinato, e al suo talento nel sondare sentimenti di incredibile afflizione e mestizia.

Di Valentina Mazzella


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