lunedì 22 giugno 2020

L'anguria rossa - racconto breve



George le dava le spalle. Sedeva alla sua scrivania con il viso rivolto alla parete bianca. Il capo chino su un foglio su cui stava scribacchiando qualcosa con una penna stilografica. 
Annie non sapeva veramente cosa stesse scrivendo. Le suggeriva l'impressione unicamente di una persona intenzionata ad alienarsi. Forse addirittura stava fingendo per apparire indaffarato e non essere disturbato. Poteva trattarsi di uno stratagemma per negare a tutte loro pretesti per rivolgergli la parola e tirarlo in ballo. Annie fissava con insistenza la linea un po' curva della schiena di lui e più si convinceva dell'ipotesi che George in realtà, in quei frangenti, stesse desiderando soltanto scomparire. Diventare invisibile. In fondo fino a quel momento non aveva proprio aperto bocca. Era stata solo lei, Nancy, a parlare. 
Ancora adesso proseguiva a farlo, con la lingua fra i denti. 
Annie scostò lo sguardo dai capelli di George per posarlo su quella ragazza insofferente che percorreva irrequieta la stanza andando avanti e indietro. Era vestita di nero e da quando erano entrati in casa ancora non si era tolta gli occhiali da sole dal viso. Guardarla apertamente negli occhi non era dunque possibile, ma si percepivano in maniera nitida tutte le vibrazioni negative che emanava. 
Annie assunse un sorriso beffardo, senza curarsi di provocarla. Non le importava del modo in cui Nancy avrebbe potuto interpretare i suoi atteggiamenti. Erano terminati quei tempi. In quel momento banalmente le scappava da ridere e non aveva alcuna intenzione di trattenersi per una persona che avrebbe trovato del marcio in qualsiasi caso. La sua non era una sfida. Semplicemente trovava motivo di ilarità nell'incapacità di controllo di quella ragazza. 
Annie era seduta sul bordo del letto di George. Alla sua sinistra, poco distante, c'era Candice. Entrambe sembravano due bambine in punizione. Ferme immobili in un posto, con le mani conserte in avanti. Candice aveva lo sguardo basso, gli occhi puntati sulle scarpe per il disagio. 
George e Nancy le avevano letteralmente raccolte sul ciglio della strada sotto la pioggia. Quella mattina era scoppiato un temporale senza preavviso. Annie e Candice si erano ritrovate sul marciapiedi in attesa dell'autobus mentre pioveva a dirotto. Non avevano con sé nemmeno un ombrello con cui ripararsi. Le auto sfrecciavano lungo la carreggiata schizzando in alto l'acqua delle pozzanghere. Poi a un tratto Annie riconobbe un profilo noto attraverso il vetro annebbiato di un finestrino. Era il viso di George alla guida di un'auto. Accanto a lui, seduta sul posto di fianco a quello del conducente, c'era Nancy con il solito paio di occhialoni neri a nasconderle lo sguardo. Il veicolo sfrecciò avanti per la sua strada. 
In un primo momento Annie si era convinta che George avesse finto di non vedere lei e Candice alla fermata dell'autobus. Un impercettibile movimento del mento le aveva infatti suggerito che lui le avesse intraviste almeno con la coda dell'occhio. 
Rimase in ogni caso sorpresa quando, dopo qualche minuto, l'auto tornò indietro. Sotto una pioggia incessante, lo sportello del sedile posteriore fu aperto per invitare le due ragazze a salire per ripararsi. 
Prima di ripartire, George e Nancy mangiarono un'anguria rossa. Così, dal nulla. Lei ne tirò fuori delle grosse e succose fette da una borsa termica azzurra che aveva davanti ai piedi. Non offrì loro nemmeno uno spicchio, sebbene Annie e Candice non avrebbero ugualmente accettato. George e Nancy divorarono l'anguria sotto i loro occhi in maniera disgustosa, quasi animalesca. Ad ogni morso Nancy, con i suoi occhialoni, sputava dei semi piccoli e neri davanti a sé. Annie poteva sentire il rumore dei loro rimbalzi quando urtavano il cruscotto prima di cadere per terra, sul tappetino e la borsa termica. Trovava volgare, bestiale, schifoso e insopportabile il suono che Nancy produceva risucchiando l'acqua di cui ogni fetta era ricca. Le salì addirittura un conato quando osservò i pugni di George stringere il volante con le dita impiastricciate del succo rosso, zuccheroso e appiccicoso del cocomero. Lo stesso succo che ricopriva e sporcava tutta la sua barba. 
Poi finalmente quella scena intollerabile ebbe fine e l'automobile ripartì. Nel pieno silenzio George condusse Annie e Candice a casa propria dove ora se ne stavano in attesa che il cellulare di Annie suonasse. La ragazza aveva infatti chiesto a suo padre di andare lì a recuperare lei e Candice appena fosse stato possibile. 
Nella stanza si avvertivano solo i passi di Nancy che camminava davanti alle due come fosse una secondina, come se dovesse controllarle. Era evidente che non fosse per nulla contenta della loro presenza. Non si sforzava nemmeno di nascondere la sua avversità. 
Qualcuno bussò alla porta. George sollevò la testa dal foglio e rivolse il naso verso l'uscio su cui comparve sua madre. In mano reggeva una piccola boccia d'acqua in cui nuotava un indifeso pesciolino rosso. 
"George, volevo solo portarti questo..." disse sua madre esitante. Il figlio la guardò ancora senza muoversi, senza spiccicare parola. 
Allora Annie si alzò e le andò incontro, lieta di rivederla. Le prese la boccia dalle mani con delicatezza e con cura la ripose sul ripiano di un caminetto spento, accanto alla scrivania di George. 
"È davvero carino! Sai, ho scritto un racconto di recente su un pesciolino rosso..." commentò Annie con voce vivace. Con le mani e le braccia libere poté finalmente abbracciare la madre di George che la strinse a sé con sincero calore. Erano entrambe molto felici di rivedersi. 
Quando la donna uscì di nuovo dalla stanza, Nancy era più inviperita di prima. Il suo umore era visibilmente peggiorato, ma George non faceva nulla per placarne la rabbia. 
Candice proseguiva a star ferma, con lo sguardo perso nel vuoto davanti a sé. Annie conservava il sorriso, nonostante fosse consapevole della natura grottesca di quella situazione. 
"Qui qualcuna vuole fare la birichina, si crede furbetta" sbottò Nancy su due piedi. Aveva parlato con un tono acido, sarcastico. Si era piantata davanti ad Annie che non capiva a cosa la ragazza si stesse riferendo. Ne fissava gli occhialoni neri, senza aver la tempra di rispondere tempestivamente a modo. Nancy veramente credeva che lei e Candice si fossero fatte trovare di proposito sotto la pioggia? A quale pro? Era stata una casualità. Era assurdo credere il contrario. Soprattutto perché lei e George avrebbero anche potuto scegliere di non tornare indietro a raccattarle.
Annie non rispose. Vide Nancy esasperata uscire sul balcone e sedersi su una vecchia sedia da mare. Si accese una sigaretta e iniziò a fumare nervosamente con la testa fra le mani. Odio, astio e altri sentimenti rancidi la stavano divorando da dentro. 
Annie non sapeva come comportarsi. Per un momento pensò fosse il caso di uscire per parlarle, per cercare un confronto. Tuttavia tornò a guardare la schiena di George, ancora intento nello scrivere chissà cosa. Allora si decise. Si alzò dal letto per sgranchirsi un po' le gambe e abbandonò la stanza con un sorriso compiaciuto. Non chiese il permesso a nessuno, sebbene fosse casa di George. Non le spettava. Poteva fare quello che le pareva, come se si spostasse in casa propria. Anche se Nancy si torturava per questo. 
Raggiunse dunque la cucina. Aprì la credenza in alto e afferrò un bicchiere di vetro. Si avvicinò al frigorifero per prendere la bottiglia dell'acqua. Aveva sete. 
Fu proprio mentre stava bevendo che sentì però un rumore di passi alle sue spalle. Il bicchiere le scivolò dalla mano e si infranse in mille pezzi sul pavimento. Si voltò spaventata e vide George sulla porta della cucina. Solo George che l'aveva seguita. Annie iniziò a scusarsi frettolosamente. Stava per piangere, convinta che il ragazzo si fosse recato in cucina già infastidito a prescindere. Convinta che adesso si sarebbe infuriato per il bicchiere rotto. 
Annie si abbassò per raccogliere i pezzi di vetro, ma George la fermò: "No - disse. - Faccio io con la scopa. Non c'è bisogno". Era la prima volta che le parlava in tutto il giorno. 
Il ragazzo iniziò a spazzare. Poi aggiunse: "Prendi un altro bicchiere. Non ti preoccupare se devi ancora bere".
Annie si limitò a sedersi al tavolo della cucina. George terminò di pulire e gettò i cocci nella pattumiera. Dopodiché si sedette accanto a lei, offrendole un nuovo bicchiere d'acqua. Annie allungò il braccio per accettare e in silenzio si guardarono negli occhi. 



Racconto di Valentina Mazzella



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