RECENSIONE - "Il sole a mezzanotte - Midnight Sun" è un film del 2018, non più fresco di sala cinema. In vena di teen-movie, mi sono lasciata corteggiare dal suo trailer che l'algoritmo di YouTube mi ha più volte consigliato. Sebbene fossi scettica, mi sono fatta persuadere dai commenti incredibilmente positivi sotto al video e alla fine ho ceduto. Ho visto il film e già a mezz'ora dall'inizio avevo la conferma di quanto avevo temuto: i feedback erano favorevoli probabilmente per la tenera e immatura età del pubblico.
L'opera infatti cavalca la scia delle storie d'amore drammatiche in pieno stile "Love Story" e "I passi dell'amore", senza aggiungere assolutamente nulla di nuovo. Senza grinta, senza sapore. Il soggetto, scritto da Eric Kirsten, è il remake di un film giapponese. Non possiamo commentare l'originale, ma la versione americana è sicuramente annegata in un mare di banalità. Piuttosto grave è soprattutto la narrazione inverosimile e romanzata che il film propone di una malattia tremenda come la xeroderma pigmentosum. Non c'è bisogno di essere medici per saperlo. Basta digitare su Google immagine e vedere le foto di vere persone affette da questo male, totalmente distanti anni luce dalla protagonista del film.
Qualche punto a favore la produzione lo guadagna grazie alla regia di Scott Speer e alle interpretazioni valide del cast. Ma per il resto il film è di fatto noioso. Sarebbe stato più interessante anche approfondire le vicende della migliore amica della protagonista, personaggio con più pepe e potenziale. E invece no. La storia d'amore di per sé è scontata, un continuo déjà vu. La trama non è neanche ravvivata da qualche triangolo amoroso o da dei colpi di scena qua e là. Nella sua prevedibilità la storia non tocca le corde giuste e non riesce nemmeno a far commuovere veramente. Il film risulta eccessivamente trito e delude le aspettative anche nel suo essere semplicemente un film d'amore di intrattenimento per un pubblico di adolescenti.
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