venerdì 1 aprile 2022

"Alice e Peter", un delizioso crossover fiabesco per i nostalgici e i curiosi


RECENSIONE - Il film "Alice e Peter" può essere tranquillamente definito un delizioso crossover fiabesco. Una narrazione che accarezza la nostalgia degli adulti e solletica la curiosità dei più piccoli o fanciulleschi. Protagonisti sono due dei personaggi più noti della letteratura dell'infanzia: Alice e Peter Pan. Precisamente prima che lei precipiti nel Paese delle Meraviglie e prima che lui voli sull'Isola Che Non C'è. La trama ci spiega fin da subito che sono fratello e sorella, che vivono in campagna con la loro famiglia. La classica famiglia della middle class britannica del periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. La storia può essere considerata dunque anche un prequel dei due romanzi, un prequel in cui però appunto le due fiabe si intrecciano. 

Non mancano innumerevoli richiami sia al libro di Lewis Carroll che a quello di James M. Barrie. Del resto la creatività è invenzione, capacità di osare. Anche possibilità di scardinare i punti fermi per mescolarli e dare nuova vita all'arte. Desiderio di dialogo con le opere e tra le opere. Da questo punto di vista l'esperimento degli sceneggiatori può dirsi affascinante. Apprezziamo tantissimo l'ambizione. L'intuizione della fusione è incredibilmente accattivante. Ciononostante la fortunata idea non viene sfruttata fino in fondo e non decolla mai come si vede. La visione è piacevole, ma si gode esclusivamente del già noto. Da presupposti così ghiotti poteva sbocciare un fiore ancora più maestoso. 

In ogni caso la resa sullo schermo, curata nella regia da Brenda Chapman, è ottima. Le scenografie, la fotografia e la costumistica regalano un'estetista irresistibile. Un vero richiamo per le sirene per chi è affascinato dalle atmosfere fiabesche che ricordino l'epoca vittoriana. Il montaggio è incalzante. Le interpretazioni degli attori sono assolutamente all'altezza. Il cast vanta bei nomi: Angelina Jolie, David Oyelowo, Gugu Mbatha-Raw, Clarke Peters, Derek Jacobi. Alice ha il volto di Keira Chansa, Peter il viso di Jordan A. Nash e infine David quello di Reece Yates. La pellicola doveva essere proiettata nelle sale nell'anno della pandemia, il 2020, ma alla fine è stato distribuito in streaming sul piccolo schermo. È ancora oggi disponibile su Prime Video.



Le tematiche affrontate sono diverse: il valore della famiglia, la morte del fratello maggiore David, la disperazione del lutto, il passaggio dall'infanzia alla maggiore maturità richiesta dalla crescita, la fuga dalla realtà, l'immaginazione come ancora di salvezza. Per abbracciare la corrente del politicamente corretto, tuttavia il film falsifica la società del periodo storico in cui ambienta la vicenda. La narrazione evidenzia unicamente le disparità tra le estrazioni sociali, tralasciando le amare discriminazioni razziali dell'epoca. È un'occasione sprecata, probabilmente per non appesantire ulteriormente il tiro. Un modo per offrire rappresentazione alla pluralità etnica senza soffermarsi sempre sulle diversità. Un proposito lodevole che stride unicamente con la narrazione della realtà sociale e storica di allora. È possibile chiudere un occhio sulla considerazione semplicemente perché il film si presta a modo suo al genere fantasy

In generale non si tratta però dell'unica pecca della trasposizione. In alcuni passaggi il prodotto appare un po' emotivamente caotico. Come le api di fiore in fiore, lo spettatore salta da uno stato d'animo all'altro in maniera frenetica, senza approfondire degnamente le emozioni. Come davanti a un ricco buffet di prelibatezze, il pubblico assaggia tanti sentimenti confondendo i sapori. Eppure, mettendo da parte le osservazioni più puntigliose, "Alice e Peter" resta un film delicato e molto carino da vedere insieme sul divano, per far sentire più vicini grandi e piccini.


Recensione di Valentina Mazzella.


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