mercoledì 18 marzo 2020

"Nove racconti" di J.D. Salinger: la raccolta per gli orfani del giovane Holden




RECENSIONE - Chi ha amato "Il giovane Holden" non può non approdare un giorno o l'altro alla raccolta "Nove racconti" di J.D. Salinger, opera comunemente meno famosa del brillante scrittore americano. Il titolo in copertina è banale, eppure a suo tempo fortemente desiderato dall'autore. Anticipa senza fronzoli che nell'aprire il libro il lettore scivolerà in nove brevi storie diverse: "Un giorno ideale per i pescibanana", "Lo zio Wiggily nel Connecticut", "Alla vigilia della guerra contro gli Esquimesi", "L'uomo ghignante", "Giù al dinghy", "Per Esmé: con amore è squallore", "Bella bocca e occhi miei verdi", "Il periodo blu di De Daumier-Smith" e "Teddy". In alcune di esse è possibile incontrare alcuni personaggi della Famiglia Glass, protagonista del libro "Franny e Zooey" scritto sempre dallo stesso Salinger. In testa l'indecifrabile Seymour del primo racconto. Resta vivida la capacità di farsi voce di una generazione di giovani, di ribelli incompresi dal mondo. Eppure un ruolo centrale nella raccolta lo riveste l'infanzia: i bambini e il loro modo diverso di guardare la realtà circostante grazie a uno sguardo senza filtri e indottrinamenti. 

Lo stile è scorrevole, diretto, coinvolgente. In molte pagine dominano i dialoghi seducendo con un linguaggio immediato, un po' colloquiale. Ogni riga dimostra quanto il papà di Holden in fondo sia sempre stata una spanna sopra i suoi colleghi. La sua scrittura era fresca e innovativa nel lontano 1953 e miracolosamente continua a esserlo ancora oggi. Come desidera la scuola del "Show! Don't tell!", Salinger non racconta. Mostra. Senza preavviso catapulta chi legge nel bel mezzo di una scena. La storia forse è già iniziata. Non ha un vero inizio e neanche una vera fine. Si mastica tutto senza cogliere veramente il senso. Si termina la lettura con la sensazione addosso di aver perso qualche passaggio. Tuttavia è forse proprio in questo aspetto che risiede il grande fascino delle storie scritte da una delle personalità sicuramente più criptiche della letteratura del Novecento. 

Recensione di Valentina Mazzella


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