"Liberala. È fatta per essere libera. Così muore" ripeteva la madre china sul figlio.
Lui, un bambino di circa sette anni, si disperava sotto l'ombrellone per averla vinta. Stringeva in una mano un sacchetto di carta blu. "No, no, no! Non voglio! Voglio portarla a casa. Se la libero poi sono triste e piango". Il capriccio aveva tutto il sapore di una minaccia.
"Ma non ci arriverà a casa. Morirà. Sarai felice se muore?" chiese la donna. Cercava di conservare un tono di voce dolce e pacato, ma nel mentre si guardava attorno. Spiava i bagnanti e i vicini di ombrellone che, fingendosi distratti, osservavano la scena.
Il bambino infilò una manina nel sacchetto e ne estrasse una farfalla di un giallo pallido. La tratteneva stringendone le delicatissime ali fra l'indice e il pollice. Agitava il braccio in aria. "Non mi interessa. Se la libero piango! Non voglio che sia libera. Poi piango. Voglio portarla a casa".
Intervenne il padre. Con maggiore fermezza invitò il bambino a essere più ragionevole. "Dai, che ti insegno a guardare i pesciolini sott'acqua con la maschera" promise.
Il figlio ripose la farfalla nel sacchetto blu con i lacrimoni agli occhi. Lo fece con gesti lenti ed esitanti. Non era convinto della propria scelta. Singhiozzava e tirava su con il naso.
Il padre lo accarezzò sulla testa. Prese il sacchetto e lo aprì con garbo. La farfalla ne uscì con scarso equilibrio e un volo instabile. Aveva perso un po' della sua grazia, ma finalmente era salva. Si allontanò lentamente. Volava basso, a non più di un metro da terra. Come fosse già stanca, si posò presto su uno scoglio a due passi dall'ombrellone della famiglia. Forse per riposare, per riprendere le energie.
"Non voglio che sia libera! Non voglio! Non voglio!" iniziò a gridare il bambino a squarciagola. Piangeva rosso in viso. Seguì la farfalla fino alla roccia. "Adesso sono molto triste! Molto molto triste!".
"Ma è nata per essere libera. Non puoi tenerla prigioniera" spiegò la madre sbirciando sempre attorno. Probabilmente cercava approvazione oppure temeva di apparire una madre incapace di educare il figlio. Era in imbarazzo.
"La rivoglio! La rivoglio!" protestava il bambino piangendo sempre più forte.
"Ma morirà".
"La voglio! La voglio!".
Il padre esausto, stanco di quella scenata, raggiunse lo scoglio con in mano il sacchetto di carta blu. Catturò la farfalla gialla per le ali tremanti e la intrappolò di nuovo. Consegnò il sacchetto al figlio e in silenzio tornò all'ombrellone. Si accomodò su lettino disposto all'ombra. Non pronunciò una parola. Con gli occhiali da sole sul naso, si isolò dal mondo.
La moglie si guardò ancora attorno con un'espressione colpevole. Abbassò lo sguardo. Il bambino corse felice e soddisfatto verso la riva con il sacchetto stretto nella manina. Il mare era limpido e fresco per giocare.
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